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Quando una sinergia RSA-Regione per il territorio è davvero possibile: “Rsa Joy”, struttura di eccellenza a Genova

All’interno di un parco di 3000 mq, perfettamente curato e con alberi secolari, fra le colline di San Fruttuoso, con una vista suggestiva sul mare e su Genova, troviamo la Rsa Joy. La struttura ospita 89 anziani in tre diverse unità: la residenza protetta, Istituto Santa Chiara, con 17 posti per anziani parzialmente autosufficienti, ma con esiti cronicizzati di patologie senili, la Rsa di mantenimento, Istituto San Francesco, con 55 posti per ospiti affetti da Demenze, Alzheimer, Parkinson e SLA e la Rsa per pazienti in fase di post acuzie, Istituto Sant’Antonio, con 14 posti per pazienti con esiti di eventi acuti recenti (ictus, fratture, ischemie, etc.) e soggetti in stato vegetativo persistente (da 3-6 mesi) e/o in stato di minima coscienza prolungato. Per assistere pazienti così complessi il personale deve essere altamente specializzato e coeso: l’equipe è composta infatti da medici, infermieri, oss, logopedisti, psicologi, psicoterapeuti, animatrici geriatriche, ecc., tutte figure altamente qualificate ed in costante aggiornamento professionale.

“È necessaria un’altissima specializzazione nelle nostre realtà, perchè se gli anziani decidono, oggi, di venire da noi, lasciando la loro casa, è necessario fornire loro luoghi accoglienti e cure professionali, a cui chiaramente aggiungere tutte le comodità ed i confort che anche persone con gravi patologie riescono ancora ad apprezzare, ed a cui hanno ancor più diritto nell’ultima fase della loro vita”, spiega il direttore della struttura Danilo Temporini.

A Genova Un letto per la Sla, il servizio di assistenza ai malati che  affianca l'Asl

L’Rsa, infatti, dispone di un medico responsabile specialista, la dottoressa Ester Bolli, con una vasta esperienza pluridisciplinare, e ciò permette di seguire nel migliore dei modi, nei vari reparti, le diverse tipologie di pazienti: dall’ Alzheimer al malato oncologico, dai pazienti in coma a quelli con esiti ischemici, tutti ricevono cure ed assistenza al massimo livello, con professionalità clinica ma anche con grande conoscenza ed attenzione alle cure a lungo termine. “L’equipe si riunisce due volte alla settimana per un audit completo sui pazienti e per verificare le condizioni a 360° , sia dal punto di vista clinico che emotivo-psicologico spiega – Abbiamo uno staff eccellente, appassionato e preparato che, con l’aiuto delle migliori tecnologie digitali, come la cartella elettronica, dispositivi di telemedicina per la telecardiologia ed il monitoraggio continuo, da remoto, dei parametri vitali, ha reso la Joy una struttura con i servizi sanitari al massimo livello.

“Anche i servizi di supporto alberghiero sono di elevata qualità, grazie allo staff dedicato: la Joy ha, ad esempio, tre cuoche e due giardinieri: il giardino permette ai pazienti di vivere all’aperto per 5/6 mesi all’anno (oltre a fare attività fisica possono anche mangiare all’aperto), e grazie alle cuoche viene offerto un servizio di cucina personalizzato, con anche pane fresco appena sfornato tutte le mattine. Aggiunge il Direttore: “Anche l’igiene dei nostri pazienti non è lasciata al caso, ci teniamo affinché tutti vengano verificati e cambiati almeno sette volte al giorno, utilizzando solo prodotti ad hoc, di una particolare linea dedicata a questo tipo di pazienti. Vogliamo dare il meglio ai nostri ospiti e definiamo ogni dettaglio del servizio nel nostro contratto, al momento del ricovero.

I parenti sono in questo modo a conoscenza di tutto ciò che viene utilizzato all’interno della struttura, per dare massima trasparenza al servizio e tranquillità alle famiglie” La struttura, di recente realizzazione, vanta innovazioni tecnologiche molto significative, come il Gate igienizzante, attivo sin da prima dell’epidemia da COVID-19; durante la pandemia, inoltre, la struttura si è organizzata tempestivamente per offrire servizio di centro tamponi aperto al pubblico, un autentico vanto per il territorio. Ma il Gruppo Joy organizza anche attività di ricerca: il 17 aprile ospiterà infatti una giornata di screening per la diagnosi precoce delle maculopatie, un progetto realizzato con l’associazione Comitato Macula APS e con il prof. Massimo Nicolò, della clinica oculistica dell’Ospedale San Martino di Genova e docente presso l’Università di Genova, progetto aperto a pazienti, familiari e dipendenti.

È solo una delle tante iniziative che dimostra come le Rsa possano essere presidi territoriali operanti in sinergia con le istituzioni sanitarie regionali, vista la loro storica e capillare presenza, e punti fondamentali per fornire servizi diretti e diffusi sull’intero territorio. Il rapporto positivo e costante tra la regione Liguria e la Joy è la dimostrazione di come una sana collaborazione tra istituzioni ed erogatori accreditati permetta di offrire ottimi servizi ai cittadini, portando qualità vicino agli utenti.

Una immagine della RSA genovese