Affiancano le docenti dell’istituto e trasmettono le loro esperienze. Il progetto a Qualiano, in provincia di Napoli
01/04/2023 Servizio di Vittorio Marotta – Montaggio di Simona Belliazzi
Tutto nasce dai bisogni di una mamma: Niza è del Marocco, vive in Italia da 4 anni e mezzo e ha quattro figli.
Non parlando bene l’italiano, non era in grado di aiutarli a fare i compiti. Come lei, tante altre donne migranti sul territorio di Qualiano, in provincia di Napoli.
Si sono rivolte all’istituto dove studiano i loro figli. Da qui un progetto di inclusione: una scuola di italiano per donne straniere. Che oltre alle insegnanti, può contare su docenti speciali: le ospiti di una RSA.
“La scuola è sempre più una scuola di comunità e di territorio, non ha più un confine anagrafico”, spiega la preside dell’IC “Don Bosco Verdi” Tiziana d’Aniello. “Ha fatto entrare nelle proprie mura anche le signore anziane che sono ospiti della Rsa e che collaborano con noi da diverso tempo. Questo consente a loro di avere ancora spendibilità sociale e una forma di capitalizzazione di quella che è la loro tradizione, le loro esperienze”.
Tre pomeriggi a settimana a studiare verbi e aggettivi. Affiancate da tutor speciali. Che dopo le restrizioni del covid possono uscire e ricominciare a frequentare persone.
“Questo progetto dava la possibilità di immaginarsi una prospettiva di utilità rispetto alla loro condizione di persone che vivono la pensione e non sono impegnate”, sottolinea Nicola Galdiero, presidente Anaste Campania. “Per loro è stata proprio una cosa utilissima”.
Non solo lezioni: il progetto prevede anche un laboratorio teatrale che si concluderà con uno spettacolo. L’integrazione va oltre le mura scolastiche. Argentina, Marocco, Turchia, Ucraina: il mondo in una scuola di periferia. Un percorso di istruzione ma anche di crescita personale.