Rsa centrali nel sistema sanitario italiano, pronte ad un ruolo di maggiore responsabilità
Roma 10 giugno, Oltre 350 aziende associate, trentamila ospiti assistiti direttamente e quindicimila operatori contrattualizzati. Con alle spalle questi numeri e la responsabilità di rappresentare milioni di italiani coinvolti nelle cure di lungo termine ANASTE, l’Associazione Nazionale delle Strutture Territoriali e per la terza età, che rappresenta RSA, strutture residenziali e servizi di assistenza domiciliare, rivendica un ruolo di primo piano nelle strategie legate all’universo degli anziani non autosufficienti nel nostro paese ed è pronta ad assumersi maggiori responsabilità operative. Le Rsa sono centrali nel sistema sanitario italiano e la riforma dell’assistenza, pur valida e positiva, avrà bisogno di un lungo periodo di gestazione prima di poter dare risposte efficaci alle istanze della popolazione. Il convegno nazionale a Roma, l’8 e 9 giugno, organizzato da Anaste ha avuto il merito di aprire un confronto e di mettere in campo delle proposte. Al dibattito hanno partecipato esperti, società scientifiche, associazioni e ordini professionali, sindacati datoriali e dei lavoratori, università e centri di ricerca, politici ed istituzioni, con l’obiettivo di individuare soluzioni sostenibili e innovative per la riforma dell’assistenza.
Ribadito il ruolo centrale del sistema delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) nell’assistenza e nella cura degli anziani non autosufficienti con gravi limitazioni funzionali, nonché dei malati cronici complessi ospitati per cure a lungo termine, nel corso dei lavori sono state proposte soluzioni concrete per superare le criticità attuali e per integrare appieno queste strutture altamente specializzate nel sistema dell’assistenza territoriale, integrando quanto delineato dal DM77 e dalla Legge 33/2023. ANASTE ha sottolineato l’enorme impegno del personale e dei gestori durante la pandemia nonostante le innumerevoli difficoltà che hanno messo a dura prova l’intero sistema sanitario nazionale. Le RSA, come richiamato dai rappresentanti delle istituzioni che hanno partecipato al convegno, sono una parte integrante ed insostituibile del sistema sanitario nazionale e possono diventare punto di partenza dei servizi per l’assistenza domiciliare integrata, le aggregazioni dei medici di base, le farmacie dei servizi e la telemedicina.
LE PROPOSTE/ LA RSA DEI SERVIZI
1.adeguamento delle risorse destinate alle cure ai malati anziani cronici almeno al livello degli altri paesi europei
2. attribuzione delle competenze del nuovo sistema nazionale assistenza anziani al ministero della salute, onde garantire il diritto alle cure, costituzionalmente garantito, nell’ambito del SSN, escludendo incertezze riguardanti la variabilità del sistema di finanziamento dei servizi sociali
3. Contrasto alla applicazione della L118/2022 (decreto concorrenza) al settore, in quanto tale ipotesi è espressamente vietata dalla Direttiva comunitaria di riferimento
4. Impegno a rendere omogenei, nelle diverse regioni, criteri di valutazione della disabilità e dei livelli di assistenza, onde poter individuare corrispettivi per le rette di degenza congrui e trasparenti.
5. Potenziamento della capacità operativa delle Rsa inserendo, nelle Regioni che ancora non lo prevedono, la figura del medico responsabile, con funzioni organizzative ma anche di cura degli ospiti, ed ampliarne il raggio di azione
6. realizzazione della “RSA dei servizi”, in grado di gestire centri diurni, ed anche attività esterne, come l’assistenza domiciliare, la telemedicina ed il supporto psicosociale, coprendo l’intera gamma di servizi al territorio con la sua equipe specializzata
7. Inserimento delle Rsa nei sistemi informatizzati delle Asl/Ospedali, onde poter individuare in tempo reale i posti letto disponibili, favorendo dimissioni tempestive dai reparti ospedalieri.
“Ci aspettano grandi sfide – ha concluso il presidente nazionale Anaste, Sebastiano Capurso, – ma dobbiamo essere propositivi, attenti e pronti a cogliere le novità, per il bene dei nostri anziani e dei nostri operatori, affinché le notevoli risorse del PNRR siano utilizzate nel miglior modo possibile.”