L’esperienza della storica struttura residenziale emiliana (che ospita 51 pazienti cronici) e l’offerta di collaborazione sul territorio nel quadrante dell’assistenza. La preoccupazione e le proposte sulla chiusura del Pronto Soccorso di Budrio e sull’inadeguatezza funzionale dei nuovi AOC (Centri di Assistenza e Urgenza)
Nella campagna emiliana e precisamente a Budrio, comune che dista venti 20 minuti da Bologna, si trova la “Nuova Oasi” struttura, associata ad Anaste, che da più di 25 anni assiste anziani autosufficienti e non, dispone di 51 posti letto ed impiega più di 60 operatori specializzati. In questa cornice verde vengono accolti i pazienti e come spiega la direttrice Arcangela Pizzi si applica un piano finalizzato a farli “uscire dal guscio”, guscio come la difficoltà nel comunicare che può crearsi a causa della demenza o anche dell’isolamento domestico. Gli ospiti vengono stimolati ed inseriti all’interno della sempre attiva comunità, grazie ad animatori specializzati e fisioterapisti che sono sempre presenti in struttura. Gli spazi verdi a disposizione permettono numerose attività all’esterno come la pet-therapy o il semplice mangiare all’aperto, anche insieme ai propri cari. Gli operatori si impegnano per creare quotidianamente momenti di aggregazione anche nei momenti dei pasti, rigorosamente preparati dalla cucina interna, che spesso supporta anche il laboratorio di cucina e sia nel laboratorio che nel menù non mancano i piatti tipici della zona come ravioli, lasagne e tortellini. “Per gli anziani il cibo e le ricette tradizionali sono ricordi di momenti di convivialità – aggiunge la Pizzi – e sono sempre molto felici quando possono preparare o mangiare i piatti tipici, collaborano uomini e donne in modo eccezionale”.
L’intera equipe si impegna costantemente anche affinché gli ospiti mantengano un collegamento con l’esterno organizzando attività di integrazione con il territorio, come la recente festa di Halloween con i bambini delle scuole e gli anziani ospiti, truccati per l’occasione, a donare dolcetti. In occasione della Pasqua la scuola materna del Sacro Cuore si reca alla Nuova Oasi e i bambini si esibiscono in una recita per gli ospiti. “I rapporti con la comunità sono basilari per il benessere dei nostri anziani e continua la Direttrice – siamo infatti molto preoccupati per la recente scelta della Regione di chiudere il Pronto Soccorso di Budrio, le persone, oltre che le 5 strutture presenti sul territorio, stanno avendo gravi disagi a causa di questo provvedimento”. La chiusura del Pronto Soccorso sostituito da un CAU (Centro Assistenza e Urgenza), progetto pilota della AUSL di Bologna e della Regione Emilia-Romagna, sembra non dare i risultati auspicati.
Un centro che offre, come riportato nei documenti ufficiali: “assistenza per patologie non gravi” come stati influenzali, dolori muscolari e medicazioni infermieristiche, sembra essere insufficiente per i 18 mila cittadini di Budrio e comuni limitrofi che hanno ora il primo Pronto Soccorso distante 20 km, a più di mezz’ora di auto. Non c’è dubbio, è necessario ripensare l’assistenza territoriale e trovare nuove forme di collaborazione con le strutture residenziali; ramificate in tutta Italia, queste hanno molto da offrire sia da un punto di vista assistenziale che medico, grazie alla costante presenza di professionisti sanitari, con servizi che potrebbero essere facilmente estesi alla comunità circostante.