Vincenzo Diego sulla testata di informazione LaSiritide.it si ricollega alle parole del Presidente nazionale Sebastiano Capurso per diffondere le idee condivise e i progetti per le RSA.
”PNRR è un’occasione unica per potenziare Rsa”
“Le RSA sono già oggi i veri ospedali di comunità ’ e possono diventare, con gli investimenti del PNRR, il presidio cardine dell’assistenza territoriale”. Lo dice il dottor Sebastiano Capurso, presidente dell’Anaste. Sul tavolo dati e numeri che poco spazio lasciano ad altre argomentazioni e interpretazioni. Strutture presenti su tutto il territorio nazionale, anche se ancora da potenziare e implementare, servono ancora posti letto, gli anziani sono sempre di più e sempre più soli. L’Italia è fanalino di coda meno della metà della media OCSE (i posti letto per 100.000 abitanti in Germania sono il 5,4%, in Francia il 5%, nell’OCSE il 4,5% e in Italia 1’1,9%).
Le RSA italiane hanno dimostrato di saper reggere alla pandemia, assicurando le cure necessarie con grande efficacia (decessi in RSA: mondo 46%; Italia il 31,7%)”. Sempre tanti i morti, morti che nelle case per anziani non diventano fredde statistiche, anche perché nei mesi e negli anni di assistenza continua, l’anziano diventa un familiare per gli operatori, e la morte un lutto da elaborare. Le strutture per anziani, dunque, e non solo Rsa, hanno dovuto modificare i loro assetti, le politiche di assistenza, diventando di colpo in moltissimi casi corsie di malattia infettiva, hanno dovuto imparare a loro spese come si affronta e si gestisce una pandemia, considerato che le strutture Covid sono risultate e risultano insufficienti, ecco allora subentrare la professionalità , la sensibilità , lo spirito caritatevole e altruista del personale, formato per gestire anziani con patologie legate alla senilità , all’avanzare del tempo, ma che da un giorno all’altro sono diventati operatori da struttura complessa, come può essere un reparto di malattia infettiva.
Formazione e dispositivi lasciati alla sensibilità delle imprese, il più delle volte lasciate da sole. Oss, infermieri, medici, addetti alla manutenzione, alla lavanderia, alle pulizie, cuochi e altre figure ancora, in prima linea a combattere un virus invisibile e pericoloso, veri “eroi” dei nostri tempi, che seppur consapevoli del rischio non hanno arretrato di un centimetro, ma anzi hanno garantito servizi socio-sanitari ed assistenziali di qualità , seppure in emergenza, un lavoro nell’ombra e nel silenzio, “Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”, unico loro conforto il bene altrui.
Strutture attente ad applicare le leggi, i regolamenti, le circolari, strutture pronte a vaccinare gli anziani ospiti e il personale, sino alla terza dose, strutture chiuse da due anni, ma non sempre è bastato a tenere fuori il virus, anche perché il “liberi tutti” dell’ultimo periodo, senza più zone rosse, con centinaia e migliaia di casi anche in comuni piccoli ha fatto registrare un picco di contagi in molte strutture, individuati solo grazie a screening periodici. Ecco allora la necessità di cambiare le regole, la necessità da parte delle regioni di sedersi attorno ad un tavolo per garantire a queste strutture, da mesi in prima linea, e capaci di trasformarsi in reparti Covid, maggiore supporto e considerazione, attraverso investimenti e formazione continua del personale. L’occasione c’è, basta essere lungimiranti, il PNRR è un’occasione unica, irripetibile e preziosa, in grado di potenziarle, ma anche di dare nuova linfa e assegnare ulteriori compiti. il presidente Capurso, sottolinea che “basterebbe un decimo del miliardo di euro previsto dal PNRR. Il resto potrebbe essere destinato a formare 200mila medici e 90mila infermieri che servono oggi!
Questa sarebbe una rinascita vera della sanità , dell’assistenza vicina alle persone, con servizi di qualità e la giusta attenzione a nuova occupazione”. Io aggiungo che non farlo, non prevedere investimenti per queste ed altre figure e non rivedere le politiche socio-sanitarie ed assistenziali territoriali e di prossimità , sarebbe un disastro per le nostre comunità , con il rischio reale di sovrapposizioni inutili e dispendio di risorse preziose. Un’ultima considerazione, non sarebbe giusto da parte delle Istituzioni dello Stato far passare come un fatto normale quello che è avvenuto o che sta avvenendo nelle strutture per anziani, non è normale affatto, non lo è stato affatto, le figure socio-sanitarie e di assistenza, le figure che hanno garantito “eroicamente” l’assistenza vanno ringraziate e tenute maggiormente in considerazione. Per loro, è vero, si è trattato solo di professionalità e spirito di altruismo, la benzina di tutti i giorni, quella stessa benzina che li porta a timbrare il cartellino e ad indossare una divisa senza mostrini e senza medaglie
Vincenzo Diego