fbpx

Strutture residenziali per persone con disabilità ed anziani non autosufficienti: il documento di Anffas, Agespi, Anaste, Ansdipp, Aris, Uneba

Una lettera a firma congiunta di Agespi, Anaste, Anffas, Ansdipp, Aris e Uneba che rappresentano le strutture residenziali in Italia è stata inviata all’attenzione del Parlamento, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Salute, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, delle Regioni e della Conferenza Unificata ed ANCI, che accompagna un dettagliato documento in cui vengono evidenziate le attuali numerose criticità che stanno vivendo le strutture residenziali per persone con disabilità e persone anziane non autosufficienti, e nella quale si legge: “Intervenire in maniera puntuale, ma anche complessiva ed importante, sui servizi residenziali, sia intervenendo nelle norme di decretazione di urgenza di questo periodo sia prevedendo anche un significativo ed adeguato spazio per le tematiche sociosanitarie, nell’ambito delle politiche sanitarie che, ci pare di aver compreso, costituiranno questo come uno degli assi prioritari di intervento da finanziare con il Recovery Fund o con altri interventi europei”.

Il documento vuole evidenziare le criticità gestionali ed organizzative delle strutture residenziali a carattere sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale, ad oggi purtroppo investite da profonda crisi economica derivante dall’emergenza COVID-19, con conseguenti gravi ricadute sulla qualità e continuità dei servizi resi in favore di persone con grave e gravissima disabilità e anziani non autosufficienti, nonché sul connesso mantenimento degli attuali livelli occupazionali.

“… durante l’emergenza COVID-19 molti dei servizi residenziali a supporto delle persone con maggiori fragilità (persone con disabilità, grave e gravissima, e anziani non autosufficienti) sono stati messi a dura prova sia perché per loro natura erano e sono strutturati in gruppi sia perché sono mancati raccordi con gli Enti Pubblici deputati a supportare la salute dei cittadini, lasciando le strutture gestionali dei tali servizi ad affrontare il tutto in maniera assolutamente isolata… Questo sacrificio, però, oggi rischia di risultare inutile, se non si comprende che ancora per mesi (se non di più) le strutture residenziali continueranno a vivere situazioni che richiedono da un lato un adeguato investimento, nella cura delle persone assistite, degli standard di assistenza e di cura cui si accompagna un investimento significativo in interventi volti a prevenire il diffondersi, al loro interno, del COVID-19 e dall’altro lato non vedono riconosciuto tale sforzo” , come evidenziato dalle scriventi, le quali concludono con una precisa richiesta: “Occorre intervenire con una forte cabina regia di livello centrale che garantisca l’intervento specifico per ciascuna delle criticità sopra dette sia in termini organizzativi e di supporto, ma anche in termini economici, partendo come detto dalla decretazione d’urgenza del periodo e dal Recovery Fund, evitando quindi che tutti gli sforzi sviluppati naufraghino per l’incapacità di traghettare le varie strutture oltre la fine della fase dell’emergenza”.