ALLARME SIGG: SOLO 164 SPECIALIZZANDI NEL 2018
fonte: DOCTOR33 POLITICA E SANITÀ pubblicato il 5 febbraio 2018
L’assistenza sanitaria è ancora “inadeguata” per una popolazione che invecchia sempre di più: in Italia, infatti, gli anziani sono oltre 13 milioni ma, ad oggi, i Livelli essenziali di assistenza (Lea) non prevedono, ad esempio, la visita geriatrica. Ma ancora «più grave» è che, in
parallelo, diminuiscono i geriatri: nel 2017-2018 sono solo 164 gli specializzandi in geriatria, a fronte di 396 futuri pediatri, in un Paese in cui gli anziani continuano ad aumentare mentre calano le nascite. È l’allarme della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg) in occasione del convegno “Invecchiamento attivo e autodeterminazione per il fine vita: strategie di tutela dell’anziano” nell’ambito del progetto Bollini RosaArgento dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (Onda).
«Purtroppo i servizi per l’anziano sono spesso carenti, sia pure in modo disomogeneo sul territorio nazionale – osserva Raffaele Antonelli Incalzi, presidente Sigg -. La disponibilità
di specialisti in Geriatria per esempio è molto esigua in rapporto al fabbisogno ne’ vi sono prospettive di miglioramento: il numero di specializzandi in Geriatria previsti nell’ultimo concorso nazionale era di appena 164 a fronte dei 396 specializzandi in Pediatria, sebbene la società italiana sia già vecchia e lo divenga sempre di più. Addirittura la visita geriatrica non è inclusa tra i Lea, rientrando tra le prestazioni generiche: c’é insomma un’assoluta mancanza di
attenzione e cultura, a fronte delle continue dichiarazioni a favore della popolazione geriatrica». Migliorare la sicurezza degli anziani non significa, però, solo garantire loro un
accesso rapido e appropriato alle prestazioni sanitarie, ma anche pensare in maniera più ampia a politiche di sostegno alla famiglia che ne migliorino la sicurezza sociale. «L’integrazione
fra sostegno sanitario e supporto sociale adeguatamente organizzati può prevenire l’insorgere di problemi di salute – sottolinea Incalzi -. Il vero strumento di sicurezza per chi invecchia è avere intorno dei giovani: si invecchia male in una società di vecchi. Politiche per la famiglia si traducono in un beneficio ai più anziani: prendersi cura dei nipoti per esempio fa bene alla salute dei nonni, che così vedono ridursi del 40% il rischio di andare incontro a depressione». Oltre alla sicurezza sanitaria e sociale, serve migliorare anche quella ambientale e domestica: i geriatri sottolineano per esempio che gli anziani sono più sensibili all’inquinamento ambientale.
Anche una casa sicura è un bisogno essenziale, ma inascoltato, come mostra la grande frequenza di incidenti domestici fra over-65. La tecnologia potrebbe aiutare molto in tutti questi aspetti: da sensori che monitorino l’attività fisica, il cui declino precede peggioramenti dello stato di salute, a sensori ambientali per garantire ottimale temperatura e luminosità; da
sensori di freschezza degli alimenti a sistemi di allarme per cadute; da sistemi di localizzazione per anziani con problemi di orientamento spaziale a sociometri per misurare le interazioni sociali. La gamma di possibilità che la tecnologia offre sarebbe molto ampia, concludono i geriatri, «se vi fosse l’intenzione e la lungimiranza di utilizzarla a favore di una popolazione che
oggi invecchia in sempre minor sicurezza».
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