Domenica 14 febbraio è apparso sul quotidiano La Repubblica l’articolo, a firma del Presidente Nazionale Alberto De Santis, sui tagli indiscriminati al Servizio Sanitario Nazionale, portati avanti dal Governo, e sui pericoli che questo orientamento nelle politiche economiche del nostro Paese portano con sè.
Riportiamo l’articolo per esteso:
ANASTE, in due anni cancellata l’assistenza residenziale agli anziani
La denuncia dell’Associazione: il costo dell’assistenza scaricato sulle famiglie, negati i diritti essenziali di cura agli anziani non autosufficienti. Totale indifferenza del Governo per la Long Term Care
Tagli indiscriminati all’assistenza agli anziani ospiti delle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), che sono proprio quelli più compromessi e con maggior bisogno di cure.
E’ quanto denuncia I’ANASTE —Associazione Nazionale Strutture per la Terza Età., a seguito delle norme regionali che stanno dando attuazione a partire dal 1° gennaio 2015 al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 159 del 5.12.2013.
La nuova normativa — denuncia l’Anaste — in due anni, attraverso un nuovo sistema di calcolo dell’ISEE, che include nel reddito tutti i familiari, anche non conviventi, ha eliminato di fatto il contributo che gli Enti Locali erogavano agli anziani, come quota della retta di degenza, che è ora a totale carico dei malati e delle loro famiglie.
Gli effetti negativi di tale situazione sono stati:
- maggior esborso di denaro da parte degli ospiti (tutti anziani non autosufficienti) e delle famiglie, obbligate a contribuire al pagamento delle rette o a riportare l’anziano grave a casa;
- riduzione dei nuovi ricoveri e dimissioni volontarie di molti utenti già ospitati nelle strutture, per impossibilità a sostenere il peso economico della retta;
- rientro a domicilio di utenti anche gravi, con maggiore richiesta di assistenza sanitaria domiciliare;
- maggiori oneri di cura a carico delle famiglie;
- aumento dei ricoveri impropri nei reparti di medicina negli ospedali, con costi quattro volte superiori a quelli di una RSA con evidente aggravio di spese per la collettività;
- incremento dell’attività “a nero” di badanti e altro personale non qualificato, trasferimento di molti utenti in strutture a minore costo, spesso prive di autorizzazione o addirittura completamente abusive, e comunque non attrezzate per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza necessari;
- peggioramento della qualità di vita degli anziani e dei familiari;
- aumento delle richieste di permessi di assistenza ex legge 104 da parte dei familiari costretti a fornire le cure con ulteriore aggravio di spese per la collettività;
- svuotamento delle RSA accreditate con conseguente crisi del settore e riduzione dei livelli occupazionali sostanziale svilimento dell’intero settore, che risulta essere tra i pochi in grado di incrementare l’occupazione, e la redditività sociale, in misura superiore alla spesa.
ANASTE chiede quindi che si ponga fine con immediatezza a queste politiche dannose, prive di progettualità e programmazione se non quella di fare tagli indiscriminati dimostrando di non avere attenzione per i cittadini anziani, CUI VIENE NEGATO IL FONDAMENTALE DIRITTO A CURE ADEGUATE E AD UNA VECCHIAIA DIGNITOSA, aggravio indiscriminato per l’intera economia nazionale, anche per il sostanziale arretramento del livello di copertura sociale e sanitaria garantito dallo Stato.
ANASTE non ritiene più accettabile una politica che toglie risorse a servizi essenziali, garantiti spesso da soggetti privati con enormi sacrifici e grandissimo impegno, e mantiene sprechi e inefficienze in altri settori. Bisogna Garantire cure agli anziani e dignità agli operatori del Settore.
II Presidente Nazionale ANASTE