Lorenzin: Pronti a fare il nuovo patto per la salute

In ogni caso  “i dati non sono tutti negativi e non siamo all’anno zero del risanamento della sanità italiana”,  ha aggiunto il Ministro. Il fondo sanitario nazionale, ha spiegato, era andato fuori controllo e poche Regioni sarebbero rimaste in autosufficienza. Su ciò si è intervenuti, ma il fondo è esploso proprio nel momento in cui l’Italia e l’Europa entravano nel difficile periodo della crisi economica”. Oggi, ha aggiunto, ”siamo ancora in questa fase, ma molte Regioni in piano di rientro ne stanno uscendo e ci stiamo avviando verso una fase di normalizzazione della tenuta dei conti pubblici”. Attualmente, ha quindi rilevato il ministro, “la cosa più complessa è formare una governance della sanità italiana adeguata”. Da Lorenzin giunge quindi un’indicazione: “La formula vincente – ha detto – è quella che pone al centro il territorio, la domiciliarizzazione dei pazienti, la gestioni dei post-acuti fuori dagli ospedali e una rete che tiene conto anche del volontariato”. Tre regioni, ovvero, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, ha concluso il Ministro, “hanno promosso questo modello e hanno avuto ragione, mantenendo insieme l’economia con l’esigenza di salute dei cittadini. La sfida far reggere il sistema da qui ai prossimi trenta anni”.
“Tutte le Regioni stanno facendo grandi sforzi, da quelle ‘fallite’ alle altre, ma ciò che non riusciamo a gestire è il taglio immediato e lineare delle risorse”,  ha sottolineato il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, intervenuto in rappresentanza della Conferenza delle Regioni all’inaugurazione del Forum internazionale della sanità “Sanit”.  “Se si tagliano i fondi nell’anno in corso come è avvenuto – ha detto – non abbiamo la possibilita’ di andare avanti”. Per questo Chiodi ha lanciato un appello al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenuta, insieme allo stesso Chiodi e al presidente della Regione Lazio, Zingaretti.
“Non esiste incompatibilità tra l’equilibrio dei conti e una sanità che funziona. In Abruzzo siamo riusciti a riportare il sistema sanitario alla sostenibilità perché solo un sistema che è in equilibrio con le spese uguali alle entrate, è sostenibile e può garantire le cure ai suoi cittadini”, ha aggiunto il Presidente Chiodi che ha poi portato anche l’esperienza della regione Abruzzo ed ha illustrato il percorso di risanamento finanziario, che ha portato all’equilibrio dei conti per il terzo anno consecutivo e sanitario sul miglioramento dei livelli essenziali di assistenza. Un percorso condiviso e apprezzato dallo stesso ministro che ha sottolineato lo sforzo compiuto fino ad oggi auspicando nuove azioni volte al raggiungimento di un sistema sanitario ancora più efficace e competitivo.
Uno sforzo che è stato riconosciuto dallo stesso Ministro della salute: ”il Presidente Chiodi ha attuato in questi anni un’operazione di risanamento straordinaria e i numeri parlano da soli. Adesso bisognerà continuare a supportare l’Abruzzo nell’organizzazione dei Livelli essenziali
di assistenza Lea”, ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. L’Abruzzo, ha sottolineato il ministro, ”e’ stato colpito dal terremoto ed è una Regione che ha dovuto affrontare rischi e profonde trasformazioni nel sistema, però – ha concluso Lorenzin – ha retto bene e quindi, per i prossimi anni, speriamo che nel nuovo Patto per la salute potremo stabilire anche delle nuove misure per uscire dai piani di rientro”.
Nonostante i reciproci riconoscimenti non è però del tutto roseo il rapporto fra l’Abruzzo e il governo: “Siamo in piena controversia con il Governo affinché torni indietro rispetto alle leggi di stabilità che hanno tagliato la quota di partecipazione dello Stato destinata al finanziamento dell’indennizzo ai cittadini danneggiati dalle trasfusioni o vaccinazioni obbligatorie”. Il commissario ad acta per la Sanita’, Gianni Chiodi, intervenendo sulla problematica che investe centinaia di cittadini abruzzesi, afferma “che la questione riguarda tutte le regioni le quali hanno già in piedi con il Governo un duro e aspro confronto “affinché si capisca che bisogna avere il buon senso per cancellare un’inaccettabile ed infingarda decisione, perché rimette in discussone diritti quesiti”.  Il Commissario chiarisce che la quota di spettanza regionale, di circa un terzo rispetto alla compartecipazione statale, per un ammontare di due milioni di euro, “continua ad esistere in bilancio destinata ai cittadini abruzzesi danneggiati ma è ovvio che se lo Stato fa mancare il suo supporto crea al sistema delle
Regioni delle problematiche di difficile gestione e soluzione. Per questo motivo la nostra azione continua in sede di Conferenza delle regioni per riottenere quello che ci e’ stato tolto”. Chiodi ritiene “giusto impegnare il Consiglio regionale in una risoluzione: io posso dire fin d’ora di conoscere il problema e di condividere una strategia comune con le altre Regioni, coinvolgendo il ministero dell’Economia. Le regioni, e di contro i tanti cittadini che vantano giusti diritti, hanno subito il torto ma anche la beffa di vedersi trasferite le competenze in materia ma senza i necessari sostegni economici. Comunque voglio rassicurare i cittadini abruzzesi che tuteleremo i loro diritti”.
Il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, intervenendo anche lui all’inaugurazione del ‘Sanit’ ha preannunciato che “entro l’estate, in un appuntamento pubblico col Ministro Beatrice Lorenzin e gli operatori del settore, presenteremo le linee di un modello del diritto alla salute. Sarà l’avvio del cantiere della nuova sanità del Lazio”. Lo ha detto il al Palazzo dei Congressi dell’Eur, a Roma.
”Così si aprirà un dialogo con le forze sociali e del mondo della sanità che proseguirà nei mesi successivi- ha spiegato Zingaretti- Ci presenteremo con le cose che in pochi mesi abbiamo fatto e con quelle che vorremmo fare nei prossimi anni. Le priorità sono quelle note: il rientro finanziario, il tema dei precari che in sanità non debbono esistere e la necessità di avere sanità sul territorio”. Secondo il Presidente del Lazio “c’è bisogno di tutti e c’è bisogno che tutti capiscano che stiamo cambiando e dobbiamo andare tutti in un’unica direzione”.
La disponibilità del Ministro ad affrontare con le Regioni il nuovo ”patto per la salute”, così come la volontà del Governo di porsi il problema della copertura dei due miliardi, con gli strumenti dovuti, per scongiurare l’aumento dei ticket a partire dal 1 gennaio 2014, sono stati accolte con soddisfazione del la Vicepresidente della Regione Calabria, Antonella Stasi.
“Ora più che mai – aggiunge – è necessario ridisegnare una sanità nazionale condivisa che bilanci la sostenibilità economica e l’assistenza, così come affermato dallo stesso Ministro. La Calabria si avvia alle fasi terminali del piano di rientro, ed ha quasi raggiunto il riequilibrio del bilancio sanitario regionale. Ma ora comincia la fase piu’ delicata e pericolosa. Il Presidente Scopelliti e tutti i manager stanno lavorato per la riduzione delle spese, attraverso serrate azioni di controllo e monitoraggio e con l’introduzione di nuove procedure e modi di governare la spesa. Sono state eliminate sacche di sprechi, il blocco del turnover ha riequilibrato i numeri relativi alle risorse umane impiegate, i ricoveri impropri sono diminuiti drasticamente ed il tasso di ospedalizzazione e’ rientrato nei parametri medi nazionali. Ma ora bisogna procedere con il rilancio e primo fra tutti occorrerà procedere finalmente allo sblocco del turnover in forma più consistente rispetto al 15% concesso. Apprezziamo da parte del Ministro l’aver accolto la richiesta pervenuta dalla Conferenza delle Regioni in merito alla necessità di rivedere le norme che regolano i piani di rientro, e riscrivere insieme con le regioni le nuove regole. La Sanità in Calabria – prosegue Stasi – e in quasi tutte le Regioni del sud ha bisogno di essere aiutata, e questo è un grido d’allarme che il Presidente Scopelliti ed i Presidenti delle altre Regioni meridionali hanno lanciato da tempo.  La Regione Calabria ha dimostrato che in merito all’acquisto di beni e servizi i costi medi nel 2011 e 2012 sono stati mediamente inferiori alla media nazionale, pertanto ben venga il riequilibrio attraverso l’applicazione dei costi standard. Ma quello che occorre recuperare più di tutti è la sperequazione esistente in termini di trasferimenti statali. Infatti ogni cittadino calabrese prende 1704 euro, contro una media nazionale di 1851 euro, dunque 147euro in meno rispetto ad altri cittadini italiani. Questi fondi in più, pari a circa 280 milioni di euro ogni anno consentirebbero alla regione di uscire velocemente dal piano di rientro, ma, soprattutto consentirebbero subito nuovi investimenti per dare slancio e riequilibrare la tipologia di servizi sanitari erogati rispetto alle regioni del nord e, dunque, recuperare in termini di competitività per abbattere la mobilità extra regione”. L’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni coglie al volo l’indicazione che arriva dal ministro alla salute Beatrice Lorenzin, che intervenendo oggi all’inaugurazione del Forum internazionale della sanità Sanit, ha detto che “la formula vincente è quella che pone al centro il territorio, la domiciliarizzazione dei pazienti, la gestione dei posti-acuti fuori dagli ospedali e una rete che tiene conto anche del volontariato” “Sono assolutamente d’accordo con quanto dice il ministro Lorenzin a proposito dell’importanza strategica delle cure territoriali. Anzi, ben volentieri mettiamo a disposizione del ministro l’ormai consolidata esperienza della Toscana in questo campo”. “In Toscana siamo partiti già da molti anni su questa strada – sottolinea l’assessore Marroni – La valorizzazione del volontariato e la gestione della sanità territoriale sono dei pilastri della sanità toscana. Abbiamo fatto l’accordo con i medici di famiglia; abbiamo varato le Case della salute, che saranno 120 in tutta la regione; tra poco, altri 500 letti di cure intermedie si aggiungeranno agli oltre 1.000 già attivi, portando così a quasi 1.600 i letti di cure intermedie in tutte le Asl della Toscana; siamo passati dalla medicina di attesa alla sanità d’iniziativa e il nostro approccio ai pazienti è quello del Chronic Care Model, un approccio “proattivo” tra personale sanitario e pazienti, in cui i pazienti diventano parte integrante del processo assistenziale; puntiamo molto sull’assistenza domiciliare. Tutta questa esperienza, la mettiamo a disposizione del ministro e della sfida da lei lanciata di far reggere il sistema da qui ai prossimi trent’anni”.

Dalle Agenzie di stampa e dai comunicati stampa delle Regioni: