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SPENDING REVIEW: LUSENTI, TAGLI SANITA’ SCELTA POLITICA MA SARANNO DOLORI PER TUTTI

Governo: ottenere risparmi in breve tempo,gia’ nel 2012, sforbiciando la voce acquisti di beni e servizi anche in Sanita’. “Se ci chiedono riduzioni di costi le avranno, noi siamo in grado di farle e le faremo, ma bisogna sapere che queste sono scelte politiche, non e’ capacita’ tecnica. E si pagheranno prezzi altissimi perche’ i tagli colpiranno non solo in quelle Regioni e aziende che hanno ancora ampi margini di recupero di efficienza. Siamo gia’ arrivati a un punto in cui anche chi non ha piu’ ‘grasso’ da tagliare dovra’ tirare forte la cinghia. Se questa e’ la scelta politica, noi sappiamo perfettamente come si fa a metterla in pratica”. Questa la reazione dell’assessore dell’Emilia Romagna che definisce l’ipotesi di riavviare il tavolo per il Patto della Salute “paradossale”. “Il tavolo – spiega – era stato avviato prima di Natale 2011 in modo ambizioso: chiudere entro l’anno. In realta’ si e’ gia’ arenato una volta sulla base di una posizione espressa unanimemente dalle Regioni, e cioe’ che il combinato disposto delle manovre 2010 e 2011 e della ‘Salva-Italia’ determina un quadro di insostenibilita’ del sistema. Il Patto della Salute nasce sulla base di uno scambio istituzionale molto chiaro: cessione di sovranita’ in cambio di risorse. Ora le risorse si riducono in un modo cosi’ significativo che le Regioni lo reputano insostenibile per la tenuta del Ssn. A me sembra paradossale che adesso si debba celermente riavviare quel tavolo quando la chiusura della Conferenza Stato- Regioni di giovedi’ scorso fa chiaramente capire che l’intenzione e’ di ridurre ulteriormente di circa 2 miliardi i finanziamenti del Fondo sanitario nazionale”.

LE CONDIZIONI PER L’ACCORDO NON CI SONO

“Le condizioni per fare un Patto – incalza Lusenti – non c’erano prima e mi sembra che ci siano ancora meno adesso. So che non sottoscrivere il Patto per la Salute significa andare incontro a carenza di risorse e assenza di governo del Ssn. Un quadro molto brutto che pero’ mi sembra difficilmente evitabile”. A suscitare la reazione dell’assessore dell’Emilia Romagna l’esito della Conferenza Stato-Regioni di giovedi’ scorso: “Resto perplesso per la situazione che si e’ creata. Una situazione in cui si accelera iscrivendo all’ordine del giorno all’ultimo momento il Riparto sottoscritto e concordato fra le Regioni, in accordo con il ministero della Salute. Da un lato quest’ultimo sostiene la chiusura della trattativa, dall’altro il ministero dell’Economia blocca tutto per prendere tempo necessario a esercitare un ulteriore taglio. Mi sembra un po’ problematico un quadro istituzionale cosi’ male accordato”. La sostenibilita’, conclude, “si puo’ declinare in diversi modi: in linea teorica tutto e’ sostenibile perche’ le leve tecniche e gli strumenti programmatori-organizzativi per gestire con meno risorse ci sono. Ma il problema e’ politico, ed e’ ineludibile anche da parte di un governo di tecnici. Il tema e’: quale sanita’ vogliamo dare a questo Paese? Dove vogliamo arrivare? Quali sono i nostri Paesi di riferimento, Grecia, Portogallo o altri? Questa e’ una strategia ‘macro’ del Paese. Penso a un dato: gli unici distretti industriali che hanno continuato a crescere nonostante la crisi nel triennio aperto dal 2008 sono, secondo una ricerca, il biomedicale dell’Emilia Romagna, il farmaceutico della Toscana e quello del Lazio. Tutti e tre lavorano per il Ssn. Dunque se la scelta sara’ di ridurre la copertura che il Servizio sanitario da’ e di contenere i costi, gli effetti atterreranno su tutti, non solo sui cittadini”.