La preoccupazione degli aderenti al Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza
Fonte: Le Cronache Nazionali del 3 agosto, articolo di Giulio Terzi
La preoccupazione, fondatissima, è che l’iter parlamentare della legge delega sulla non autosufficienza oggi bloccato dalla crisi di governo si cristallizzi. Il mondo delle Rsa non può permettersi di ricominciare tutto da capo.
L’assemblea periodica delle associazioni aderenti al Patto per un nuovo welfare organizzazione che raccoglie le associazioni di utenti, operatori, gestori di servizi e strutture per la non autosufficienza, coordinata dal prof. Cristiano Gori dell’Università di Trento ha messo in fila i problemi auspicando una rapida ripresa del percorso di approvazione, che sarebbe possibile in relazione al legame della legge con le attività del PNRR, quindi nell’ambito delle azioni consentite anche in regime di disbrigo degli affari correnti.
La possibilità di aggirare l’ostacolo in via del tutto teorica dunque c’è, ma serve un pressing (anche mediatico) insistente per tenere vivo e aperto il discorso. L’appello inviato dal Patto alla Presidenza del Consiglio ed ai Ministeri competenti ha avuto un riscontro? Il prof. Gori si è detto ottimista, gli interlocutori si si sono dimostrati ricettivi alle proposte contenute nel documento. Ma certo è della massima importanza spingere per arrivare alla approvazione della Legge delega da parte
del Governo, in modo che tutto il lavoro di mediazione e ricomposizione delle diverse istanze ed aspettative, già effettuato in questi mesi, anche con il consistente apporto del Patto, non vada perso, e non si sia costretti, appunto, nella prossima legislatura, a ricominciare dall’inizio.
La situazione che oggi vive il settore è di assoluta precarietà, i servizi sono in affanno e le soluzioni che sembravano prossime, sembrano allontanarsi in relazione alla crisi politica. La legge di riforma sostanzialmente riflette la posizione del Patto, soprattutto per quanto riguarda lo SNAA (sistema integrato nazionale popolazione anziana non autosufficiente), che va a comprendere in un unico sistema tutti gli interventi dei diversi enti, e la valutazione multidimensionale Unificata, per rendere compatibili e confrontabili i sistemi di valutazione dei bisogni e realizzazione degli interventi, onde garantire a tutti i cittadini uguali diritti a ricevere i servizi necessari.
Dalla teoria alla pratica. C’è una occasione da sfruttare, quella delle settimane che ci separano dall’appuntamento elettorale. Gli oltre tre milioni di italiani non autosufficienti e i loro familiari rappresentato un bacino di voti importante sul quale lavorare in chiave di consenso. I candidati, gli schieramenti, possono essere impegnati dalle associazioni aderenti al Patto ad una strategia dell’attenzione, ad un interesse che si traduca in atti concreti.
Il presidente di Anaste, dott. Sebastiano Capurso, è sceso nel pratico osservando come, nella imminente campagna elettorale, sia importante che il Patto esprima chiaramente le proposte ai diversi partiti, richiedendo impegni precisi per la rapida conclusione dell’iter legislativo relativo alla legge delega, l’immediato avvio del lavoro sui decreti attuativi e per il reperimento delle risorse economiche necessarie alla attuazione della riforma stessa.
Servono mosse immediate, incontri, sollecitazioni di ogni tipo e insieme proposte concrete e realizzabili. I partiti devono essere chiamati ad impegnarsi per garantire agli anziani non autosufficienti azioni, personale e risorse, per assicurare loro una assistenza conforme alle loro necessità, elemento imprescindibile di civiltà, meglio se secondo le indicazioni suggerite dagli esperti del patto.