Il dato rappresenta tuttavia una media, perché in Germania la spesa sanitaria tedesca è aumentata nello stesso periodo solo del 26%, con un incremento di mezzo punto sul Pil tedesco. Tolta la Germania, prosegue Daveri «nel resto dell’eurozona la spesa sanitaria è cresciuta del 64%».
Peggio ancora a osservare i paesi sull’orlo del default: in Grecia la spesa sanitaria è aumentata del 128% (+2,4% sul Pil), in Spagna del 96% (+1,4%), in Irlanda dell’83% (+2,3%) e in Portogallo del 40% (+0,6%). E altrove? In Francia la spesa è cresciuta del 42%, in Italia del 50% (pari a un +1,3% sul Pil).
Il fatto è che si fa fatica a capire i motivi che spiegano queste differenze tra la Germania e gli altri paesi. Motivi legati alle dinamiche sanitarie, ovviamente: è logico ritenere, osserva Daveri, che i paesi dell’Eurozona siano stati esposti a trend più o meno assimilabili per quanto concerne invecchiamento della popolazione e progresso tecnologico in campo medico e farmaceutico, ossia due delle cause più citate quando si cerca di spiegare la crescita incessante dei costi sanitari. «In Italia invece» osserva l’economista «la spesa Ssn è aumentata due volte più che in Germania, ma nei due paesi la frazione di persone anziane sopra i 65 è la stessa: 21% del totale».
E allora? Per Daveri diventa importante indagare per capire se Italia e altri paesi siano stati «un po’ troppo generosi con le loro spese» e questo dovrebbe essere proprio lo scopo della spending review lanciata l’altro ieri dal governo e dal commissario incaricato, Enrico Bondi.